Le storie, quelle belle


Negli occhi di una giovane ragazza etiope, più o meno trent’anni fa, si leggeva tanta tristezza, voglia di gioire, bisogno di credere nella vita. Quegli stessi occhi desideravano orientarsi, trovare il loro posto nel mondo, costruire una propria identità, un proprio sguardo. In fondo, seppure a fatica e in condizioni difficili, quella giovane ragazza aveva già imparato a leggere e a scrivere, aveva 20 anni e le mancava quel passo decisivo che le facesse dire: “Anche io posso esistere dignitosamente, anche io posso lavorare. Nel frattempo, a pochi chilometri da lei, pietra dopo pietra veniva costruito un edificio, sotto la supervisione di Padre Paolino. Il Centro Anna Milanese nasceva come Centro Promozionale della Donna, per assicurare alle giovani etiopi una formazione e un futuro professionale, una strada, un lavoro. Il Centro garantiva la formazione in una Scuola di Segreteria e Dattilografia ed era esattamente quello di cui la ragazza dagli occhi tristi aveva bisogno. Varcata la soglia del Centro, lei, come decine e decine di altre coetanee, quali Belen, Elisabet, Demmise, Musheret, Senbeth, Zenebesh… tante altre ragazze dagli occhi tristi, cominciavano a conoscere la gioia e l’entusiasmo di chi può praticare un mestiere: oggi sono dattilografe, segretarie, impiegate, hanno una professione e, soprattutto, oggi i loro occhi sono fari illuminati dalla speranza.